mercoledì 23 settembre 2009

Mary Phelps Jacobs


Il reggiseno e biancheria intima -
La nascita del primo reggiseno come lo conosciamo oggi risale al 1914, e lo si deve alla decisione Mary Jacobs di costruire per sé un modello adatto ad un abito particolarmente scollato e trasparente.
Le antiche romane usavano il mammillare, una fascia di cuoio che appiattiva il seno in caso di misure troppo ingombranti, oppure lo strophium, che sosteneva i seni di dimensioni normali. Nel caso di seno troppo scarso si usava invece il corsetto o cestus, che metteva in evidenza i decolletè più minuti.
Le atlete greche invece portavano l’apodesmo, una specie di guaina da indossare durante le prove sportive. Durante tutto il Medioevo si diffonde l’uso del pelicon, un corpetto foderato di pelliccia, usato più come vezzo civettuolo piuttosto che come sostegno.
Dal Rinascimento fino ai primi del Novecento, i busti delle donne rimangono castamente imprigionati nei corsetti, vere e proprie torture che hanno provocato disagi alla struttura ossea a causa della “tenuta stagna” garantita dalle stecche di balena. Da allora l’industria della corsetteria si è sbizzarrita nel confezionare i modelli più disparati. Con il secondo dopoguerra, le mutande smettono di avere la forma di pantaloncini o di guaine per assumere gradualmente la forma che hanno oggi. Louis Reard, stilista di carrozzeria d’auto e poi disegnatore di moda, è l’inventore del bikini. Mentre trent’anni più tardi, e precisamente nel 1972 a Rio de Janeiro, nasce il primo tanga, grazie all’esibizionismo di Rose De Primo, brasiliana di origine italiana che per farsi notare a una festa tagliuzzò il suo già ridotto bikini trasformandolo nel famigerato capo di biancheria intima.

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