domenica 5 agosto 2012


Ana Aslan -Gerovital
(1 Gennaio 1897 – 20 maggio 1988) nata in Romania.
Medico specialista in gerontologia,
accademico nel 1974 e direttore dell'Istituto 
Nazionale di Geriatria e Gerontologia in Romania.

Ana Aslan ha sottolineato l'importanza 
di procaina a migliorare disturbi legati all'età distrofici, 
applicando ampiamente in clinica geriatria, sotto il nome di Gerovital o vitamina H3. 

Geriatric  è stato preparato nel 1952 e 
brevettato in oltre 30 paesi. 
Nello stesso anno ha fondato 
l'Istituto Nazionale Geronto-Geriatria "Dr. Ana Aslan " di Bucharest,il primo istituto di geriatria in tutto il mondo, 
un modello per i paesi in via di sviluppo 
attraverso la ricerca e la cura clinica. 
Dopo parecchie decine d’anni di studi e di ricerche è stato 
in questo Istituto che la Professoressa Ana Aslan 
ha scoperto la compositione chimica che permette 
il rallentamento del prematuro processo di invecchiamento, riuscendo, in certi casi, ad invertirlo
Per la scienziata, la vecchiaia è una malattia: e quindi è curabile. questo lo stimolo per la sua battaglia, durata oltre quarant' anni, da quando cioè con una iniezione di procaina (un derivato della cocaina) rimise in piedi un paziente artritico semiparalizzato. Scoprii che c' era una azione specifica per le malattie circolatorie e articolari, e un effetto di attivazione cerebrale. E che influenzava positivamente l' intero organismo spiegava ancora la scienziata rumena 

ringrazio la mia Dea per questa segnalazione che va a integrare ulteriormente questa ricerca


domenica 31 gennaio 2010

Margarete (Grete) Schütte-Lihotzsky

Cucina di Francoforte”, prototipo della cucina componibile

Margarete (Grete) Schütte-Lihotzsky (Vienna, 23 gennaio 1897 – Vienna, 18 gennaio 2000) è stata un architetto austriaco. Si diploma nel 1918 alla Scuola Professionale d’Arte di Vienna in una delle due sezioni di architettura. Dedicata tutta la sua vita al miglioramento delle condizioni di vita delle classi disagiate e delle categorie deboli, in particolare donne e bambini. Ma la sua ricerca si allarga allo studio dell'ambiente domestico ed in particolare della cucina che si impegna a riorganizzare secondo dimensioni ed arredi più razionali. Da questi studi nasce la cucina di Francoforte (1926-27), prima "cucina moderna", progetto che ha largamente influenzato tutta la successiva produzione di questo ambiente. Negli stessi anni, l'impegno per il miglioramento della condizione femminile è alla base degli interessanti progetti dell'"abitazione per donne che lavorano e vivono sole", mentre gli studi sugli spazi per i bambini portano Margarete Lihotzky a progettare scuole, asili e parchi gioco secondo criteri che verranno a lungo riproposti.

Maria Telkes


Sistema di distillazione solare per rendere potabile l'acqua di mare, Casa Carlisle, forno solare

Maria Telkes (1900 - 1996), biofisica e associata al MIT (Massachusett Institute of Technology), nel 1920 durante la seconda guerra mondiale inventò un distillatore di plastica capace di produrre, col Sole, qualche litro di acqua dolce dal mare per i naufraghi. Il principio dei distillatori solari è relativamente semplice: l’acqua del mare o salina viene posta dentro una specie di scatola chiusa, coperta da una superficie trasparente di vetro o plastica esposta al Sole. L’energia solare entra attraverso la copertura trasparente, scalda l’acqua salina, una parte dell’acqua evapora e si condensa sulla superficie interna della lastra trasparente che copre il distillatore. Nel 1948 diresse la costruzione della prima abitazione sperimentale a riscaldamento solare, (la Casa Carlisle) cui seguirono generatori termoelettrici per usi spaziali e terrestri. Le invenzioni di Maria Telkes nel solare furono applicate anche all’agricoltura. Telkes si dedicò poi alla realizzazione di un forno solare, una struttura da usare all’aperto, costituita da un corpo centrale in cui si inseriva il cibo, e da una serie di pannelli riflettenti di alluminio, disposti in modo da catturare il calore del Sole,un modo più rapido per gli agricoltori ad asciugare i loro raccolti.
Nel 1954 presso i laboratori Bell vide la luce la prima cella solare commerciale:venne realizzata una giunzione planare su un monocristallo di silicio.Il costo proibitivo e una tecnologia ancora primordiale ne limitarono l’utilizzo ad applicazioni spaziali quali ad esempio l’alimentazione elettrica dei satelliti artificiali. Successivamente , migliorata la resistenza delle celle alle condizioni ambientali, si cominciarono a studiare celle solari per applicazioni terrestri. Telkes ha guadagnato circa 20 brevetti nel corso della sua carriera, ha continuato la sua affiliazione con l'Università del Delaware e servito come consulente di una grande varietà di aziende e organizzazioni in tutto il mondo fino alla sua morte all'età di 94 anni. Morì nella sua nativa Budapest il 2 dicembre 1995.

Hedy Lamarr, nome d'arte di Hedwig Eva Maria Kiesler


Inventò un sistema segreto di comunicazione di controllo radio delle torpedini che è alla base dello «spread spectrum»

Hedy Lamarr fu resa famosa dal primo nudo del cinema, nel film austriaco Estasi, da lei interpretato nel 1932 a 19 anni. Ma non è per questo che da agosto l' attrice, divenuta poi una superstar hollywoodiana, figura nel Museo delle donne ed è stata premiata dall' Istituto d' ingegneria elettronica di Washington. La storia, e non solo quella femminile, le rende omaggio nel primo anniversario delle stragi delle Torri gemelle di Manhattan non perché diva, ma perché scienziata, o meglio inventrice. Nel 1942 infatti, esattamente sessant' anni fa, Hedy Lamarr e l' allora suo compagno, il compositore George Antheil, brevettarono un sistema di controllo radio delle torpedini che è alla base dello «spread spectrum», la tecnologia della comunicazione di alcuni dei telefoni cellulari e dei satelliti militari. Lo fecero per aiutare il loro Paese di adozione contro il nazismo. Negli anni Trenta e Quaranta, la storia di Hedy Lamarr, considerata la massima bellezza del suo tempo, appassionò il mondo intero. L' attrice, nata e cresciuta a Vienna, sposò Fritz Mandl, un grande produttore di armi austriaco, amico di Hitler e Mussolini, da cui si recò ripetutamente con lei. La persecuzione degli ebrei la indusse a lasciare il marito e l' Austria, e a rifugiarsi prima in Inghilterra poi negli Stati uniti. Esperta degli armamenti tedeschi, allo scoppio della Seconda guerra mondiale Hedy Lamarr si mise a disposizione del Pentagono. Una sera, ascoltando George Antheil al piano, concepì l' idea di dotare le torpediniere americane di un sistema di controllo radio indecifrabile per il nemico. Anziché segnali su un' unica frequenza, facili da intercettare e bloccare, come avviene normalmente, disse al compositore, bisognerebbe usare frequenze sempre diverse, impossibili da neutralizzare, come le note di una canzone. George Antheil costruì un rudimentale apparecchio radio, detto «Sistema segreto di comunicazione», e il Pentagono lo brevettò a loro nome nel 1942. L' apparecchio era troppo ingombrante, e non fu adottato dalla marina militare. Ma nel 1957 una società hi-tech, la Sylvania electronic, lo realizzò nella nuova forma di transistor: l' invenzione dell' attrice e del compositore venne impiegata per la prima volta nel blocco navale di Cuba nel 1962. Nel premio alla memoria di Hedy Lamarr, che morì nel 2000 quasi novantenne, l' Istituto di ingegneria elettronica definisce il brevetto «un contributo importante alle più diverse tecnologie moderne, dal radar all' Internet». L' attrice non percepì un soldo, ma non se ne rammaricò: «Il mio obbiettivo» dichiarò «era di consentire alle torpedini americane di affondare impunemente le navi tedesche. Non lo raggiunsi, ma il brevetto si è rivelato lo stesso prezioso sia in guerra sia in pace». La vicenda non fu mai pubblicizzata, le cronache erano più interessate agli amori e ai mariti di Hedi Lamarr, che inclusero tra gli altri Charlie Chaplin e lo scrittore Eric Maria Remarque. L' attrice abbandonò il cinema negli anni Cinquanta, e a poco a poco venne dimenticata. Ci sono voluti sessant' anni per scoprire che Hedi Lamarr, alias Hedwig Eva Maria Kiesler, fu qualcosa di più di un magnifico, giovane corpo che nuotava nudo in un lago: una donna coraggiosa, indipendente, colta, capace di straordinarie intuizioni.

Bain Marie


Maria l’ebrea però le cose sono un po’ diverse, in quanto questa splendida signora, che visse ad Alessandria d’Egitto nel periodo ellenistico, ha scoperto molteplici cose, alcune delle quali ancora oggi non sono state superate da nuove scoperte e tutto questo grazie a coloro che anche se non scoprono qualcosa di nuovo, almeno scoprono qualcosa di piacevole: i professionisti della cucina.
Maria o Miriam è colei che ha dato il suo nome all’apparecchio “bain marie”, ossia il doppio bollitore, senza il quale sarebbe assolutamente impossibile la preparazione di piatti che conservano il sapore inalterato dell’ingrediente principale!
Maria, non ha scoperto il doppio bollitore solo per preparare le sue creme senza che loro impazziscano, o per far sciogliere il cioccolato senza che si alteri la sua composizione, o per riscaldare i suoi cibi senza distruggerne il sapore, ma per facilitare il suo lavoro in laboratorio.
Della “madre dell’alchimia” ci parla Zosimo da Panapoli d’Egitto, alchimista, che scrisse in greco il manuale più antico di alchimia. Zosimo, visse cinquecento anni dopo Maria, quindi le informazioni sulla sua vita sono coperte dalla nebbia del mito che… si è addensata con il passare del tempo, in quanto più tardi si è conferita all’alchimia un carattere metafisico, che inizialmente, all’epoca di Maria l’ebrea, non aveva…Per la sua vita quindi si possono fare solo delle ipotesi. Visse attorno al 300 a.C., e se fosse veramente ebrea non lo sappiamo, semplicemente Zosimo la definisce “sorella di Mosè”. Lavorò poco dopo Euclide e si suppone avesse conosciuto Archimede ad Alessandria. Non c’è nessuna prova che dimostri che Maria si fosse interessata dell’alchimia metafisica, al contrario, il fatto che fondò una scuola di alchimia per tramandare le sue conoscenze, per lo più sugli strumenti che inventò, ci fanno pensare che fosse una scienziata, pioniere della meccanica della chimica. L’apparecchio che utilizziamo oggi in cucina veniva chiamato nell’antichità κηρoτακίς(Kerotakis), in quanto il doppio bollitore conservava calda la cera che utilizzavano i pittori nella tecnica ad encausto (una tecnica pittorica eseguita su tavola o su muro, che si avvale della cera come componente del legante), di cui un esempio sublime sono i celebri ritratti del Fayum. Secondo un’altra interpretazione il doppio bollitore veniva chiamato κηρoτακίς in quanto era utilizzato per bagnare i metalli e definivano "κέρωμα" il bagno in quanto i vapori condensandosi avevano la consistenza della cera. Infatti, il "Kerotakis" consisteva in una sfera o in un cilindro con la calotta emisferica messa sul fuoco, nella cui parte bassa venivano riscaldate soluzioni di mercurio, di solfuro di arsenico e zolfo; alla sommità del cilindro erano posti i metalli da trattare; i vapori dello zolfo attaccavano il metallo liberando solfuro nero (il nero di Maria) che si pensava fosse il primo stadio della trasmutazione. Continuando a riscaldare si poteva ottenere una lega simile all'oro la cui composizione variava a seconda dei metalli posti sul piatto o del mercurio e dei composti dello zolfo usati. Inoltre, la parte superiore del bollitore in base ai principi di Ermete Trismegisto doveva essere sigillato, doveva cioè essere “ermeticamente chiuso”. Il Kerotakis fu anche usato per l'estrazione degli oli vegetali come ad esempio l'acqua di rose.

Katherine Blodgett


Vetro anti-riflesso (Katherine Blodgett, Schenectady, New York).

Chi ha una certa età e ha sempre portato gli occhiali si ricorda certamente di quanto fossero scomede e fastidiose le vecchie lenti che riflettevano la luce. Ma a Katharine Burr Blodgett (1898 – 1979) non sono grati solo miopi, astigmatici, presbiti e via dicendo: le Lenti Antiriflesso(1939) , frutto del suo ingegno, sono servite per microscopi e proiettori, macchine fotografiche e bussole. Le distorsioni figle del riflesso, e i problemi che ne sono conseguiti, sono dunque un lontano ricordo grazie a questa signora che vanta un primato non da poco: è la prima donna assunta nei laboratori di ricerca della General Electric a Schnectady new York, dove lavora come assistente di Irving Langmuir, premio Nobel per la Chimica. Gli stimoli non le mancano, tant’è vero che più tardi è anche la prima donna a guadagnarsi un posto al Phd in Fisica all’Università di Cambridge. Quando rientra a Schenectady, l’allieva supera il maestro, infatti , le invenzioni di Langmuir, che riguardano dei rivestimenti monomolecolari ( componenti chimici oleosi che ricoprono la superficie dell’acqua, metallo o vetro formando una pellicola che ha esattamente lo stesso spessore di una molecola), sono delle curiosità scientifiche che non hanno un’applicazione pratica. Blodgett si accorge che come queste pellicole riducono i bagliori sulla superficie dell’acqua, possono anche ridurre i bagliori della luce riflessi sulle superfici di vetro. Dopo diverse prove, grazie a una pellicola a base di bario, arriva a definire la prima lente al mondo trasparente al 100%, veramente invisibile. Riceve il brevetto per la “ struttura della pellicola e il metodo di preparazione” che ha dato al mondo un prodotto prezioso. E che ha trovato le applicazioni più varie ( basti citare la costruzione delle ali di aerei resistenti al ghiaccio).

sabato 30 gennaio 2010

Ruth Handler



La storia di Barbie inizia nel 1938, quando due giovani sposi, Ruth ed Elliot Handler, vanno a vivere a Los Angeles. Le varie vicende professionali che coinvolgono la coppia portano, nel 1945, alla nascita del nome "Mattel" dove "Matt" sta per Mattson ed "el" per Elliot. Hardol Mattson, amico di Elliot, lavora con lui nel garage di casa, trasformato in un vero e proprio laboratorio. Qui producono manufatti di legno ed in seguito anche mobili per case di bambole. Ruth collabora attraverso le sue idee, avviando la Mattel verso una produzione rivolta sempre più al mondo dei giocattoli. Vorrebbe anche iniziare a produrre le bambole. Lei aveva già in mente l'immagine "moderna" della bambola ideale: gambe lunghe, vita sottile, busto florido e tratti del volto dettagliati. Ma, anche di fronte a tanta precisione, nessuna delle sue idee viene presa in considerazione. Nel 1956, in Svizzera, Ruth Handler vede nella vetrina di un negozio di giocattoli una bambola che corrisponde a quella da lei pensata. La bambola in questione si chiama Lilli e misura 29,5 cm di altezza; realizzata in plastica, raffigura una donna famosa che ricorda Brigitte Bardot. Lilli ha già una sua storia e gode di un vasto successo quando viene scoperta da Ruth. Lilli nasce in Germania prima come personaggio di un fumetto ed era disegnata da O.M. Hausser. Rappresentava una ragazza disinvolta e birichina, poi compare sul mercato tedesco il 12 agosto del 1955, indossando un abito specifico tra i molti del suo guardaroba, ma questi abiti non vengono venduti separatamente. Questo incontro tra Ruth e Lilli avvia definitivamente il progetto e convince la Mattel a realizzarlo. Ne acquistarono tre esemplari e, una volta tornati in America, rielaborarono la bambola per far nascere pian piano Barbie, cioè l'esatto opposto della originaria Lilli, ma comunque molto somigliante. La Mattel decide di usare il vinile come materiale di produzione e questo la porta a trovare nel Giappone un ottimo alleato, dove risiedevano numerose industrie specializzate nella lavorazione di questo materiale. Negli anni che vanno dal 1957 al 1964 la produzione di Barbie si espanderà da Hong Kong alla Corea. Il nome è suggerito da quello della figlia degli Handler, Barbara. Il 9 Marzo del 1959, (questa e' la data ufficiale della nascita di Barbie) realizzarono la prima Barbara Millicent Roberts (nome completo di Barbie). Barbie debutta ufficialmente in occasione della fiera del giocattolo di New York. La bambola si preannuncia già come un fenomeno commerciale senza precedenti: durante il 1959 vengono vendute più di 350 mila Barbie al prezzo di 3 dollari ciascuna. Tale trionfo si deve in gran parte alla geniale intuizione di Ruth Handler, cioè commercializzare una bambola con ampio guardaroba fatto di abiti e accessori venduti separatamente. Nel 1961 compare Ken, il fidanzato di Barbie (Kenneth è il nome del figlio degli Handler). Alla crescita della famiglia si aggiunge, nel 1963, Midge, l'amica di Barbie. Il 1964 è l'anno in cui Barbie approda in Italia. Nel 1964 Barbie cambiò completamente la fisionomia del volto e il tipo di trucco, compaiono le ciglia in fibra sintetica applicate sugli occhi dipinti, più grandi, i capelli cominciano ad allungarsi, sciolti sulle spalle e sono trattenuti da un nastrino alla sommità del capo. Un nuovo brevetto permette l'articolazione in senso rotatorio del busto, questa nuova bambola viene battezzata twist 'n turn. Nel 1968 Barbie inizia a parlare: la nuova talking Barbie stupisce i suoi fan con tre frasi diverse. Ruth ed Elliot Handler hanno così dato inizio alla storia di Barbie, che è arrivata fino ai giorni nostri.

Barbara Askins


Barbara Askins, un’insegnante e madre attese che i suoi due figli cominciassero la scuola per completare i suoi studi in chimica.Nel 1975 venne assunta dalla NASA presso il Marshall Space Flight Center per trovare un miglior metodo per sviluppare le fotografie astronomiche e geologiche prese dallo spazio, che spesso erano di scarsa qualità.
Le sue ricerche permisero di sviluppare un procedimento completamente nuovo che permise di rilevare nelle immagini numerose informazioni che fino a quel momento non erano visibile all’occhio umano andando ben oltre le speranze iniziali. Nel 1978 brevettò (U.S. patent #4,101,780 del 18 luglio 1978 per un “Method of Obtaining Intensified Image from Developed Photographic Films and Plates.”) questo metodo che permise di migliorare le immagini utilizzando delle sostanze radioattive. I risultati molto positivi spinsero la NASA a estendere la ricerca nel campo dei raggi X e della restaurazione delle vecchie fotografie.
Il brevetto, le fruttò il titolo di “National Inventor of the Year” (inventore americano dell’anno) nel 1978, titolo assegnato per la prima volta a una donna.

Bette Nesmith Graham


Bette Nesmith Graham, nata a Dallas il 23 marzo 1924,inventrice del Bianchetto per coprire gli errori. Il suo nome originale era Bette Clair McMurray, modificato a seguito del matrimonio con Warren Audrey Nesmith quando lei aveva 19 anni. Tuttavia, il loro matrimonio non soddisfò le sue aspettative e dopo la seconda guerra mondiale, entrambi erano divorziati.Nel 1946, a soli 22 anni si ritrova a gestire una situazione molto difficile, un bambino piccolo a carico e senza lavoro. Nel 1951 ottenne il suo primo lavoro come segretaria di direzione nella Texas Bank & Trust. Il passaggio dalla scrittura a mano a quella dattilografica con le nuove macchine IBM fu per lei un vero e proprio trauma: non c' era documento che non fosse privo di errori di battitura. Fu così che, sfruttando le sue conoscenze nel campo della pittura, la segretaria sbadata inventò un liquido bianco, d' un bianco che si avvicinasse il più possibile al colore della carta, che coprisse gli errori. Lo chiamò «Mistake out», «Via l' errore». Fu un successone, i suoi colleghi d’ufficio presto si resero conto dell'efficacia del prodotto e da lì a breve la notizia si diffuse in tutto l'edificio e Bette iniziò a fornire piccole bottiglie etichettate come Mistake Out. Le richieste aumentavano sempre più ,così che Bette impiantò nel suo garage, con l' aiuto del figlio Michael, una vera e propria fabbrichetta di «Mistake out», che successivamente fu chiamato «Liquid paper». Nel 1979, Bette vendette il brevetto alla Gillette Company per 47 milioni di dollari.

Ann Moore


Ann Moore (1940) è un'infermiera americana ed è accreditato come l'inventore del Snugli e marsupi Weego. Lo spirito inventivo di Moore può essere fatto risalire alla sua infanzia, quando lei creava con poco semplici bambole e giocattoli.Presto ha imparato a conoscere l'importanza della comunità, di pensare in maniera innovativa attingendo a risorse limitate per creare cose nuove. Nel 1960, in seguito a un lavoro umanitario in Togo, Ann Moore vide le madri africane fare qualcosa che trovò molto interessante, portare i loro bambini in brache di tessuto legato saldamente sulle spalle, osservando come i bambini sembravano più calmi, perché si sentivano sicuri e vicini alle loro madri. Tornata a casa negli Stati Uniti, Moore decise di provare a portare la propria figlia nello stesso modo, e chiese alla madre di aiutarla a cucire uno zaino. Con la figlia legato alla schiena, Moore era in grado di guidare la sua bicicletta, fare tutte le commissioni , cucinare, tutto pur restando vicino alla figlia. Ovunque andassero, la gente si fermava a manifestare interesse in quello che allora era considerata una idea radicale. Partendo da un semplice zaino, Moore inventò il marsupio portabebè Snugli ®, fu messo in commercio nel 1969. Grazie alla sua invenzione, madri e padri di tutto il mondo, sono in grado di guidare moto, cucinare e fare commissioni , mentre trasportano i loro bambini a loro vicini.

lunedì 25 gennaio 2010

Patsy Sherman


Lo Scotchgard, Il rivoluzionario sistema di impermeabilizzazione .
Patsy Sherman è nata nel 1930 nel Minnesota. Nel 1950, dopo aver ricevuto il suo diploma bachelor in chimica e matematica, andò a lavorare per la 3M Corporation. Il gruppo di ricerca lavorava a un progetto militare cercando di creare un nuovo lattice per i motori dei jet. Accidentalmente, un tecnico di laboratorio fece cadere un campione di uno dei prodotti chimici sperimentali sulla sua scarpa da tennis. Sherman e altri cercarono di rimuovere la sostanza, ma l’ acqua, il sapone e solventi organici , scivolavano via dalla tela senza bagarla e ungerla.Sherman si rese conto che fino a quel momento nessuno aveva mai pensato a un tessuto che poteva respingere sia l'olio che l’acqua,fu allora che Sherman e il suo compagno Sam Smith ebbero l'idea di utilizzare una forma di composti come rivestimento per i tessuti. Sherman e Smith trascorsero più di sette anni a perfezionare il composto. Lanciarono lo Scotchguard nel 1956 ed è rimasto il leader nel settore dei composti di protezione e impermeabilizzazione utilizzato su mobili, tappeti e tessuti.

Mary Walton


1879, Mary Walton inventa il primo sistema antinquinamento
Si deve a una donna, l’americana Mary Walton, il brevetto del primo dispositivo antinquinamento della storia: un sistema per ridurre le emissioni nocive delle fabbriche che in questo periodo si sviluppano con estrema rapidità nelle grandi città. Il sistema prevede di far confluire i fumi nocivi dentro grandi serbatoi d’acqua, dove le polveri e le altre sostanze inquinanti vengono trattenute e poi inviate alla rete fogniaria
1891 Mary Walton realizza il primo dispositivo antiquinamento sonoro
L'inventrice americana (v.1879), che vive a Manhattan, nel cuore di New York, dopo aver constatato il livello di rumore provocato dalla metropolitana sopraelevata, brevetta il primo dispositivo antirumore della storia

Marie Curie

La scoperta del radio e del polonio e dei raggi x

Da Varsavia, dov'era nata nel 1867, Marie Sklodowska si era trasferita a Parigi per frequentare la facoltà di scienze. Qui conobbe Pierre Curie, scienziato già noto ed insegnante alla Sorbona e lo sposò nel 1895. Preparando la tesi di laurea, coadiuvata dal marito, approfondì lo studio dei minerali radioattivi.
I coniugi Curie scoprirono che un minerale, la pechblenda, emanava radiazioni, e ne attribuirono la causa alla presenza di un elemento ancora sconosciuto contenuto nello stesso minerale. Come separarlo? Dopo quattro anni di lavoro, trattando una tonnellata di minerale, riuscirono a furia di trattamenti chimici a isolare il nuovo elemento che chiamarono radio, per le radiazioni che emetteva. Era la scoperta più sensazionale del nuovo secolo.
Non brevettarono il metodo di estrazione: volevano che tutti potessero produrre liberamente il radio per il bene dell'umanità. Infatti si era scoperto che il nuovo elemento combatteva efficacemente il più terribile nemico dell'uomo: il cancro. Per queste importantissime ricerche, nel 1903 ai coniugi Curie e al Becquerel venne assegnato il premio Nobel per la fisica. Tre anni dopo Pierre Curie moriva travolto da un carro. Marie resse al dolore per amore delle sue bambine, Irene ed Eva.
Infatti, sostituì il marito nell'insegnamento, continuando le sue ricerche. Al tempo stesso, curava l'educazione delle figlie ed ebbe la soddisfazione di riscontrare in Irene la sua stessa passione per la fisica. Anche le nuove ricerche proseguite da sola, dopo la morte del marito, vennero coronate dal successo e nel 1910 riuscì ad isolare " il radio metallico". Per questi nuovi meriti, l'anno dopo, le venne conferito il secondo Premio Nobel, questa volta per la chimica. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, sospese l'insegnamento e le ricerche di laboratorio, per organizzare il servizio radiologico per l'esercito. Marie allestì delle vetture dotate di apparecchi a raggi x e, spesso le scortò personalmente al fronte, accompagnata dalla figlia Irene.
Madre e figlia si prodigarono per lenire le sofferenze prodotte dalla guerra. Finito il conflitto, all'Istituto del Radio di Parigi, affluirono scienziati da tutto il mondo, per dedicarsi alle ricerche, sotto la guida di Madame Curie. La coraggiosa scienziata restò sempre una donna semplice, modestissima, aliena dagli onori. Rifiutò infatti per due volte la Legion d'onore, accettando soltanto di far parte della Commissione Internazionale della Società delle Nazioni, di cui fu eletta vice presidente. Ma il suo posto era al laboratorio. Una sera di primavera del 1935, uscì dal laboratorio, raccomandando al giardiniere di aver cura dei rosai. E non vi fece più ritorno. Si spense il 4 luglio : la sua morte nel sanatorio di Sancellemoz fu dovuta alle conseguenze del lungo ed intenso assorbimento di radiazioni di corpi radioattivi. Irene e suo marito continuarono le ricerche nel medesimo campo. Elena, loro figlia, si occupa oggi di fisica, come la celebre nonna.

Mary Quant


La Minigonna (1964)
Inizia la guerra in Vietnam, esplode la Pop Art, Martin Luther King riceve il premio Nobel per la pace e Mary Quant inventa la minigonna. A indossarla è Twiggy: prima top model-teen ager (17 anni) ritratta anche dalla neonata macchina Polaroid.
Nata a Londra nel 1934, Mary Quant già dal '55 aveva aperto nella capitale anglosassone la boutique Bazaar in Kings Road, fondando uno stile giovane, ribelle e democratico che insieme alla Beatlesmania (1965) sarebbe stato un elemento chiave della Swinging London. Del '66, invece, è la nascita dei cosmetici Mary Quant marchiati con una margherita che anticipa i figli dei fiori.
Per anni Courregés che nel '64 aveva presentato abiti corti e linee a trapezio rivendicherà il copyright della mini. Ma forse la verità sta in una frase di Mary Quant: "Le vere creatrici della mini sono le ragazze, le stesse che si vedono per la strada". Fatto sta che in mini faranno costume Florinda Bolkan, la cantante scalza Sandie Shaw e la modella Veruschka, icone di quegli anni.

Afsaneh Rabiei















Promette caratteristiche fantascientifiche il metallo artificiale creato dalla scienziata iraniana Afsaneh Rabiei, una spuma metallica

rivoluzionaria ultraresistente e ultraleggera.

La dottoressa Rabiei, che al momento collabora con l’università del North Carolina, ha sviluppato una nuova generazione di spume metalliche, che presentano una resistenza sotto pressione 5 o 6 volte superiore a quelle in commercio, e un assorbimento energetico 7 volte maggiore.

Questo metallo potrebbe avere innumerevoli applicazioni, ad esempio nell’industria automobilistica (creando auto indistruttibili), nella costruzione di velivoli o di apparecchi e protesi mediche; potrebbe essere usato nei pannelli fonoassorbenti, ma anche nella costruzione di edifici antisismici.

Da non trascurare ovviamente il risparmio energetico che consentirebbe un materiale con tali caratteristiche, che potrebbe essere usato come isolante termico.

La dottoressa Rabiei è professoressa associata di ingegneria meccanica e aerospaziale all’università del North Carolina, ma può vantare esperienze in tutto il mondo (Iran, Giappone, USA, etc), nei campi dell’ingegneria biomedica e dei bio-materiali.

domenica 24 gennaio 2010

Grace Murray Hopper


sviluppò il primo compilatore nel 1952
Prima dell'invenzione della Hopper i programmatori dovevano scrivere lunghissime istruzioni in codice binario (linguaggio della macchina) per qualsiasi nuovo pezzo di software.Il compilatore, dunque, era una splendida soluzione per risparmiare tempo ed errori, ma la Hopper non si fermò qui.
E inventò il COBOL, il primo linguaggio familiare utilizzabile per scrivere programmi gestionali, linguaggio in uso ancora oggi.

Grace Murray Hopper (New York, 1906 ) è stata una matematica, informatica e militare statunitense.Definita da molti una pioniera della programmazione informatica, si laureò in matematica nel 1934 a Yale, insegnando per i due anni successivi presso Vassar, per poi entrare a far parte della Riserva della Marina nel 1943. Famosa per il suo lavoro sul primo computer digitale della Marina, Harvard Mark I, fu assegnata presso l'ufficio per l'Ordenance Computation Project dell'università
Harvard.La sua brillante carriera ebbe nel 1949 momento di grande prestigio quando entrò nella Eckert-Mauchly Computer Corporation, la stessa società che aveva sviluppato l'ENIAC, fra i primi computer digitali in circolazione, la quale stava progettando l'UNIVAC I, ovvero quello che sarebbe stato il primo modello di computer commerciale.Continuò intensamente il suo lavoro di progettista e ricercatrice presso l'istituto e dopo essersi congedata dalla Riserva nel 1966, venne immediatamente richiamata per lavorare alla standardizzazione del linguaggio per i computer militari. Fu congedata nel 1986 col grado di ammiraglio. È famosa anche per aver diffuso l'uso del termine "bug" per indicare un malfunzionamento di un computer.

Edith Flaingen


I setacci molecolari per il miglior raffinamento del petrolio;
Edith Flaingen (1929) considerata uno dei chimici più inventivi di tutti i tempi. Nella sua lunga carriera (42anni) alla Union Carbide, Edith Flaningen si è dedicta alla tecnologia emergente dei setacci molecolari, il cui uso ha permesso, fra le altre applicazioni, la filtrazione ed il frazionamento degli oli grezzi nel corso del processo di raffinazione del petroli. In particolare, il suo lavoro ha consentito la produzione commerciale della Zeolite Y, rendendo la produzione della benzina più efficiente, pulita e sicura.

martedì 19 gennaio 2010

Patricia Billings


Inventò il Geobond, un rivoluzionario materiale per l’edilizia, antifiamma, indistruttibile e non tossico.
Patricia Billings, (1926)una scultrice diplomatasi in Texas e specializzatasi nel produrre opere in geso di Parigi. Il suo passggio dall’arte alla tecnologia ebbe luogo alla fine degli anni ’70, quando una sua scultura, frutto di mesi di lavoro, si disintegrò sotto le sue mani. Patricia decise di inventare un additivo per il gesso che impedisse il ripetersi di tali catastrofi. Dopo otto anni di esperimenti nella sua cantina, riuscì a mettere a punto un materiale, il Geobond (US Patent 3.600.350), che poteva essere mescolato con l’acqua fino alla fluidità desiderata in modo da poter essere spalmato sulle pareti o iniettato in stampi per formare pannelli prefabricati. Questo primo materiale ha dato vita ad una serie di derivati caratterizzati dall’elevato potere isolante, resistenza, non tossicità e propietà anti fiamma che lo rendono un valido sostituto dell’amianto. Infatti , anche dopo essere stato sottoposto per ore a fiamme superiori ai 1000°C, il Geobond risulta appena tiepido, nemmeno le fiamme di un razzo (3500°C)riescono a farlo bruciare.

sabato 14 novembre 2009

Elise Sorensen


La prima protagonista della nascita della Coloplast fu Elise Sorensen, una giovane infermiera che nel 1954 si avvicinò al mondo dei colostomizzati a causa della malattia della sorella più giovane. La sensibilità della Sorensen la portò ad identificare nella perdita della vita sociale dei pazienti il vero problema della colostomia. Infatti in quegli anni i presidi medici a disposizione dei colostomizzati erano ingombranti, anti-igienici, costosi e non offrivano protezione contro gli odori e le infiltrazioni: non sorprendeva il fatto che le persone che utilizzavano tali presidi non riuscissero più ad avere la stessa vita sociale di prima.

Ecco che Elise Sorensen sviluppò un'idea innovativa: creò quella che ora può essere considerata la progenitrice delle sacche attuali, ovvero una sacca sottile, non porosa, elastica e provvista di adesivo.

Per produrre questo nuovo presidio, la Sorensen aveva però bisogno di trovare un imprenditore che fabbricasse le sue sacche: la disponibilità e lungimiranza di Aage Loise-Hansen, possessore della Dansk Plastic Emballage, produttrice di sacchetti di plastica, fu determinante.

Nella sua azienda, Loise-Hansen produceva sacchetti innovativi che si distinguevano per la loro versatilità e per la loro sottigliezza. Tali caratteristiche erano ottime per le sacche da stomia che aveva in mente la Sorensen e così insieme decisero di produrre una serie limitata di prova per gli ospedali della zona. Il successo fu tanto e tale che nel 1957 fu fondata l'attuale Coloplast.

Dopo appena due anni dalla fondazione, Coloplast distribuiva già i due terzi della sua produzione a livello internazionale. Oggi il nome Coloplast compare su un'ampia gamma di presidi per la stomia, così come sui prodotti per la continenza, sui prodotti per le lesioni cutanee, sui prodotti per la mastectomia. Grazie a filiali e distributori in tutto il mondo, la Coloplast è protagonista mondiale nella fornitura agli ospedali ed alle comunità. Tutt'ora la sensibilità che Elise Sorensen provava verso i suoi pazienti, rimane un principio guida delle oltre 6.300 persone che oggi lavorano in Coloplast. Uno dei nostri principi cardine rimane sempre quello di fornire prodotti che possano migliorare la qualità della vita di persone che soffrono di condizioni invalidanti.

mercoledì 23 settembre 2009

Margaret Sanger


La Pillola
La prima pillola che controlla la produzione degli ormoni fa la sua comparsa nel 1916, grazie a Margaret Sanger, la prima attivista ad aprire un consultorio e a richiedere le leggi per agevolare prescrizione della pillola, che fine al 1940 rimane però a scopo curativo.
Già 4000 anni fa le egiziane utilizzavano dei metodi per impedire il concepimento assumendo semi di melograno avvolti in un involucro di cera. Praticamente, la prima pillola della storia, visto che i semi contengono un estrogeno naturale.
Gli antichi romani, invece, usavano come contraccettivo lo sterco di animali che le donne spalmavano sulle pareti della vagina prima della penetrazione, così come era diffuso praticare esercizi e spugnature per espellere lo sperma dopo l’atto.
Dei primi preservativi, invece, se ne trova traccia nel Medioevo, ed erano ricavati da interiora di animali, pelle di pesce da apposite guaine in lino.
I primi studi sull’anatomia femminile e l’apparato riproduttivo avvengono durante l’800, e vengono compiuti i primi esperimenti sui topi circa l’inibizione ovarica per il controllo della fertilità.
E' una delle invenzioni che ha cambiato radicalmente la vita della donna e il suo atteggiamento nella sfera sessuale, è quella dei metodi contraccettivi.

Mary Anderson


Il tergicristallo -
L’invenzione del tergicristallo si deve alla statunitense Mary Anderson che per motivi di lavoro usava girare in taxi per i suoi spostamenti. Vittima di incidenti per scarsa visibilità, e di cifre da capogiro per dei tragitti continuamente interrotti dal conducente del taxi che si fermava a spalare il parabrezza del veicolo, la Anderson decise di provvedere da sé alla mancanza del tergicristallo e realizzò un braccio meccanico, per di più rimovibile a seconda delle necessità.
La leggenda vuole che l’impiegato dell’Ufficio Brevetti la derise, ma nel giro di dieci anni ogni singolo taxi di New York montava la sua invenzione…

Mary Phelps Jacobs


Il reggiseno e biancheria intima -
La nascita del primo reggiseno come lo conosciamo oggi risale al 1914, e lo si deve alla decisione Mary Jacobs di costruire per sé un modello adatto ad un abito particolarmente scollato e trasparente.
Le antiche romane usavano il mammillare, una fascia di cuoio che appiattiva il seno in caso di misure troppo ingombranti, oppure lo strophium, che sosteneva i seni di dimensioni normali. Nel caso di seno troppo scarso si usava invece il corsetto o cestus, che metteva in evidenza i decolletè più minuti.
Le atlete greche invece portavano l’apodesmo, una specie di guaina da indossare durante le prove sportive. Durante tutto il Medioevo si diffonde l’uso del pelicon, un corpetto foderato di pelliccia, usato più come vezzo civettuolo piuttosto che come sostegno.
Dal Rinascimento fino ai primi del Novecento, i busti delle donne rimangono castamente imprigionati nei corsetti, vere e proprie torture che hanno provocato disagi alla struttura ossea a causa della “tenuta stagna” garantita dalle stecche di balena. Da allora l’industria della corsetteria si è sbizzarrita nel confezionare i modelli più disparati. Con il secondo dopoguerra, le mutande smettono di avere la forma di pantaloncini o di guaine per assumere gradualmente la forma che hanno oggi. Louis Reard, stilista di carrozzeria d’auto e poi disegnatore di moda, è l’inventore del bikini. Mentre trent’anni più tardi, e precisamente nel 1972 a Rio de Janeiro, nasce il primo tanga, grazie all’esibizionismo di Rose De Primo, brasiliana di origine italiana che per farsi notare a una festa tagliuzzò il suo già ridotto bikini trasformandolo nel famigerato capo di biancheria intima.

Josephine Cochrane


lavapiatti -

A Josephine Cochrane si imputa la maternità di un prodotto che ha aiutato molte generazioni di donne. La cosa divertente è che la Cochrane non era un’inventrice. Era semplicemente una donna che amava i cocktail e le cene sociali, e sebbene avesse la servitù che si occupava di rassettare, inventò un macchinario che potesse svolgere il lavoro in meno tempo del suo personale e che lo facesse rompendo un minor numero di stoviglie.

Alva Fischer


La lavatrice diventa elettrica
La prima “macchina per lavare” nacque nel 1767 da un’idea di Jacob Christian Schäffern, teologo di Ratisbona.
L’invenzione non fu particolarmente ispirata, se non fosse per la presenza di una prima rudimentale centrifuga da azionare a mano. Ma è solo nel 1906 che Alva Fischer costruì il primo prototipo di lavatrice elettrica. L’elettrodomestico concepito dalla Fischer però aveva il grande difetto di avere il motore posizionato molto vicino al cestello, e quindi il rischio di cortocircuiti e di scosse elettriche era alto.
Bisogna aspettare fino agli anni trenta perché venga pensato l’isolamento del motore.
Al giorno d’oggi, la lavatrice è molto cambiata dai primi anni della sua esistenza e grazie all’avvento della domotica, le lavatrici sono diventate automatizzate ed alcune addirittura “intelligenti”, come ad esempio quelle azionabili a distanza oppure quelle che sono talmente fedeli da segnalare via sms al proprietario l’avanzamento del ciclo di lavaggio.
L’ultimissimo trend in fatto di panni sporchi è quello di non lavarli in privato, ma di recarsi alle lavanderie pubbliche a gettone integrate con dei bar o dei ristoranti. Il più grosso cambiamento è quindi quello di trasformare una noiosa incombenza domestica in un momento di socializzazione.
fonte.focus

Augusta Ada King


Computer

ll prototipo di computer fu messo a punto nel '800 da Charles Babbage, matematico e filosofo inglese. Ma per il suo funzionamento è stato fondamentale lo studio e la creatività di Augusta Ada King, contessa di Lovelance e figlia di Byron, che inventò il linguaggio con il quale impostare le funzioni della macchina nel 1871.Il suo programma per la macchina, volto a calcolare i numeri di Bernoulli utilizzati per stilare tabelle numeriche, era di gran lunga più complesso di qualunque altro tentativo di Babbage, giustificando pienamente il riconoscimento di Ada come una delle protagoniste principali della storia dell'informatica.
Il linguaggio di programmazione Ada, finanziato e sviluppato dal Dipartimento della Difesa degli USA, è stato così chiamato in suo onore. Al suo personaggio è ispirato un film del 1997, Conceiving Ada, diretto da Lynn Hershman Leeson, ed è presente nel romanzo steampunk del 1990 La macchina della realtà di Bruce Sterling e William Gibson.

Maria Dixon Kies


Nel 1809, Maria Dixon Kies ricevuto il primo brevetto rilasciato negli Stati Uniti per una donna. Kies, un nativo del Connecticut, ha inventato un processo di tessitura della paglia con seta o thread.che è diventato un precursore per l'industria cappello. Purtroppo il suo brevetto è stato distrutto dal fuoco al Ufficio Brevetti, 1836.

Marion Donovan


Pannolino.
Negli anni 50 da Marion Donovan, la quale brevetto' il pannolino usa e getta fatto di nylon per paracadute, con bottoni automatici di metallo. Dopo aver cercato senza successo una cartaria che lo producesse, nel 56 fu Victor Mills che su incarico della Procter & Gamble sviluppo' il nuovo prodotto con materiali ultraassorbenti e fu immesso sul mercato il primo Pampers, nel 1961.

Stephanie Louise Kwolek



ha inventato un materiale le cui fibre sono cinque volte più forti dell'acciaio,ma sono leggere,flessibili e confortevoli da indossare
Stephanie Louise Kwolek (1923- ), mentre lavorava come chimico alla E.I. duPont de Nemours &Co, mise a punto numerose ammidi sintetiche e scoprì i polimeri cristallini liquidi nel 1965. Il frutto più famoso delle sue ricerche è il Kevlar (US Patent 3,819,587),una fibra sintetica dalle numerose applicazioni (giubbotti antiproiettile, cavi per navi e navicelle spaziali, schermi anti-frammentazione per i motori degli aerei, guanti antitaglio, rinforzi per i pneumatici, attrezzature sportive)che ha contribuito anche a salvare numerose vite umane e lo Scotchgard®, il rivoluzionario sistema di impermeabilizzazione

Rita Levi Montalcini


Nobel Rita Levi Montalcini, nobel per la medicina Per le scoperte sui “fattori di crescita” del sistema nervoso.realizzò gli esperimenti fondamentali che la condussero alla scoperta del Nerve Growth Factor (NGF)nel 1952, che le meritò il Nobel nel 1986
I primi studi di Rita Levi-Montalcini dimostrarono che nel veleno del serpente e nelle ghiandole salivari di diverse specie animali è presente una sostanza che promuove la crescita delle cellule nervose appartenenti al sistema simpatico, una branca del sistema nervoso autonomo formata da vari gangli – o raggruppamenti di neuroni – che controllano il ritmo cardiaco, la costrizione delle pupille, la contrazione delle fibre muscolari dell’intestino e dei vasi sanguigni.

La sostanza estratta dalle ghiandole salivari venne ben presto chiamata «fattore di crescita del sistema simpatico», o NGF (Nerve Growth Factor), una molecola proteica di peso molecolare 44000. Questa molecola stimola la crescita di tutte le cellule nervose non soltanto nelle fasi embrionali, quando il sistema nervoso prende corpo, ma anche nel corso dei processi di ristrutturazione e riparazione dei circuiti nervosi: l’NGF, infatti, non viene prodotto esclusivamente da alcune ghiandole ma dalle stesse cellule nervose, che in tal modo inducono altre cellule a collegarsi con loro in rete.

Gli studi sull’NGF hanno dimostrato che il cervello e i suoi circuiti si realizzano non solo sulla base di un programma genetico che prevede ogni minimo dettaglio, ma anche grazie agli scambi di informazione e agli stimoli che provengono dai diversi gruppi di neuroni, ad esempio, nel corso della registrazione di nuove esperienze, come avviene nei processi di memorizzazione. In sostanza, l’NGF può essere definito come la molecola della plasticità nervosa.

Furono proprio gli studi innovativi condotti per oltre un trentennio dalla Levi-Montalcini sul meccanismo di azione dell’NGF a essere premiati, nel 1986, con il Nobel per la Medicina, che condivise con Stanley Cohen.