domenica 31 gennaio 2010

Katherine Blodgett


Vetro anti-riflesso (Katherine Blodgett, Schenectady, New York).

Chi ha una certa età e ha sempre portato gli occhiali si ricorda certamente di quanto fossero scomede e fastidiose le vecchie lenti che riflettevano la luce. Ma a Katharine Burr Blodgett (1898 – 1979) non sono grati solo miopi, astigmatici, presbiti e via dicendo: le Lenti Antiriflesso(1939) , frutto del suo ingegno, sono servite per microscopi e proiettori, macchine fotografiche e bussole. Le distorsioni figle del riflesso, e i problemi che ne sono conseguiti, sono dunque un lontano ricordo grazie a questa signora che vanta un primato non da poco: è la prima donna assunta nei laboratori di ricerca della General Electric a Schnectady new York, dove lavora come assistente di Irving Langmuir, premio Nobel per la Chimica. Gli stimoli non le mancano, tant’è vero che più tardi è anche la prima donna a guadagnarsi un posto al Phd in Fisica all’Università di Cambridge. Quando rientra a Schenectady, l’allieva supera il maestro, infatti , le invenzioni di Langmuir, che riguardano dei rivestimenti monomolecolari ( componenti chimici oleosi che ricoprono la superficie dell’acqua, metallo o vetro formando una pellicola che ha esattamente lo stesso spessore di una molecola), sono delle curiosità scientifiche che non hanno un’applicazione pratica. Blodgett si accorge che come queste pellicole riducono i bagliori sulla superficie dell’acqua, possono anche ridurre i bagliori della luce riflessi sulle superfici di vetro. Dopo diverse prove, grazie a una pellicola a base di bario, arriva a definire la prima lente al mondo trasparente al 100%, veramente invisibile. Riceve il brevetto per la “ struttura della pellicola e il metodo di preparazione” che ha dato al mondo un prodotto prezioso. E che ha trovato le applicazioni più varie ( basti citare la costruzione delle ali di aerei resistenti al ghiaccio).

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